Castiel non aveva mai vissuto tra gli umani, li aveva semplicemente osservati per millenni senza però riuscire a comprenderli.
Tutte quelle emozioni che sembravano guidarli nelle scelte, nei comportamenti e persino nelle battaglie erano troppo complesse affinché un'angelo come lui potesse afferrarne il significato molteplice di ognuna di esse.
Eppure, dopo tutto quel tempo passato con i Winchester, con Dean in particolare, poteva affermare senza dubbio alcuno di riuscire a comprenderle almeno un po' di più: capiva, infatti, cosa fosse la disperazione e ogni volta che incontrava lo sguardo di Dean un nodo allo stomaco gli bloccava il respiro, poiché per quella disperazione lui non poteva fare nulla; capiva cosa fosse l'amore e ciò che spingeva una madre a preferire la morte piuttosto che vivere la perdita della sua stessa figlia; capiva cosa fosse il dolore guardando le mani di Sam tremare e capiva cosa fosse l'affetto ogni qualvolta Dean lo abbracciava prendendolo in giro.

Ciò che Castiel non aveva mai imparato in tutto quel tempo era la solitudine. Sempre circondato da fratelli e poi in azione per la guerra, non aveva mai pensato che un giorno si sarebbe ritrovato completamente solo ed in balia di un presente troppo difficile da gestire.
Da quando Dean lo aveva lasciato, da quando ferito era andato via da lui, Castiel era rimasto solo.
Solo con i suoi pensieri e i suoi dubbi, solo con la sua smania di potere.
Ora aveva imparato anche cosa significasse la fiducia per gli umani ma non sapeva come si facesse a recuperarla una volta persa.