Paring: Eames/Arthur
Genere: oneshot, pre-slash, generale, fluff(?),
Rating: safe
Word: 1005
Disclaimer: Inception e i suoi personaggi non mi appartengono e con questi scritti non ci guadagno nulla.
Note: Sono in piena fase Blocco dello Scrittore, per cui abbiate pietà di me e NON LEGGETE QUANTO SEGUE. Grazie :)
Piccole ripicche e sensi di colpa
Eames si abbassa sotto il livello dell'acqua pronto a preparare un agguato alla sua preda.La sua preda indossa un costume blu elettrico con dei disegni neri sui fianchi, ha i capelli liberi dal gel e arricciati dall'acqua salmastra in piccole onde scure che incorniciano il suo viso. La sua preda ha occhi scuri e attenti, pelle diafana e un fisico asciutto. La sua preda si chiama Arthur ed è il bambino più scontroso, antipatico e frigido di tutta la scuola ed Eames, oggi, ha intenzione di vendicarsi per tutte le occhiatacce che gli ha riservato o per il suo essere cosi secchione!Eames è nascosto sotto la superficie dell'acqua e attende che Arthur si avvicini quel tanto che basta per tirarlo sotto con lui e farlo bere acqua; appena ciò accade, inizia il finimondo: Arthur si riprende più in fretta di quanto Eames aveva immaginato e non gli lascia neppure il tempo per gongolare soddisfatto che lo schizza con una grande quantità d'acqua che gli finisce diritto in bocca e negli occhi.
In un attimo quel corpo sottile si scaglia contro il suo e lo spinge sotto facendo forza con il suo peso per tenerlo giù, ma Eames se lo aspetta e non si lascia prendere impreparato così gli afferra la caviglia e lo tira giù con lui.
… gli sfila il costume.
“Cosa stai facendo?!”
“Eames! Non fare l'idiota, ridammelo!”
“E tu cosa mi dai in cambio, tesoro?” gli risponde Eames mentre cerca di allontanarsi maggiormente da lui così da evitare un attacco da parte dell'altro bambino.
“Smettila Eames, ridammelo!” Arthur stava quasi urlando ormai e aveva il viso completamente rosso sia di vergogna che rabbia. Eames per un attimo prova pena per lui, ma poi si ricorda dei modi bruschi di Arthur e gli sorride cattivo.
“Oh guarda lì, c'è Ariadne! Hey Ariadne! Ariadne!”
“NO! Eames smettila! Ti prego.”
Mentre agita una mano verso la banchina della spiaggia cercando di attirare l'attenzione della loro amichetta – storica cotta di Arthur – e degli altri bambini che stavano giocando con lei, Eames si allontana ancora da Arthur che intanto tenta più di prima di afferrare nuovamente il suo costume.
Ma Eames lo tiene stretto fra le dita e non si lascerebbe scappare quest'opportunità di umiliare l'Indistruttibile Arthur per nulla al mondo.
Nel mentre alcuni degli altri bambini si sono gettati in acqua e li stanno raggiungendo. In testa al gruppo c'è Nash, un bambino un po' arrogante con cui Eames ha giocato un paio di volte e che spesso passa le giornate insieme ad Arthur. Quindi Eames appena lo vede pensa che Nash si schiererà contro di lui e aiuterà Arthur a riprendersi il costume... sono amici loro, no?
Quello che accadde e che per tutta la settimana successiva lo fa sentire il colpa e cattivo, è che Nash una volta raggiunti e scoperto lo stato di Arthur inizia a ridere di lui e a schernirlo.
Da fastidio anche ad Eames che si sente mortificato per Arthur così, pronto ad attaccare Nash, a stento si accorge della reazione di Arthur: sta piangendo.
Arthur guarda Eames e piange a causa sua.
Arthur esce di corsa dall'acqua ed Eames non lo vede più per il resto della giornata.
***
Eames aveva cercato più o meno tutti i giorni di scusarsi con lui e di fare una sorta di pace temporanea. Ma Arthur non gli rivolgeva la parola e non lo guardava neppure rendendo tutti i tentativi di Eames di parlargli, vani e inutili.
Eames stava sempre peggio per ciò che aveva fatto.Fu intorno al quinto giorno che la voce raggiunse anche lui. Noa, un amico di un altro classe, gli raccontò di come Arthur fosse andato al mare senza costume perché era povero; James gli disse invece che Arthur amava fare il bagno nudo e Tony invece che voleva solo fare colpo su Ariadne.
Fatto sta che le voci sulla loro giornata al mare avevano fatto il giro delle classi e tutti i bambini che conosceva ne erano stati messi al corrente. Tutti tormentavano Arthur a causa sua e Eames se ne rese conto davvero solo quando andando in bagno vi trovò Arthur che piangeva in uno dei cubicoli della stanza.
Doveva farsi perdonare e doveva fare in modo che gli altri bambini la smettessero di prendere in giro Arthur. Non lo meritava, Arthur non meritava questo.
E più di ogni altra cosa gli mancava la loro stupida guerra. Arthur continuava a non parlargli.Così Eames optò per una soluzione drastica ma efficiente: durante la pausa pranzo, nella mensa della scuola, Eames si spogliò da capo a piedi e camminò per i tavoli completamente nudo.
Tutti i bambini ridevano di lui ed Eames si sentì un po' a disagio ma durò poco poiché la sua innata faccia tosta gli permise di fare lo sbruffone e farsi scivolare addosso tutti quelli sguardi.Ebbe appena il tempo di trovare il tavolo di Arthur e dirgli “Mi dispiace” prima che le maestre lo trascinassero fuori e chiamassero i suoi genitori. Arthur non aveva avuto il tempo di rispondergli.
***
“Sei un idiota.”
Eames non registrò l'offesa o lo sguardo arrabbiato che Arthur gli stava rivolgendo perché la contentezza che provava dal fatto che Arthur gli stesse parlando di nuovo dopo circa tre settimane di continuo silenzio era troppo grande e bella, così senza neppure rispondergli, con un sorriso immenso gli si gettò addosso e lo strinse in un abbraccio stritolatore.“Eames! Ma che fai, lasciami!”
“Mi sei mancato così tanto, tesoro! Non lo faccio più va bene? Ti prego, smettila di ignorarmi.”
“Va bene, va bene, ma così non respiro cretino!”
“Oh come mi sei mancato!”