Personaggi: Harry Potter, Severus Snape, un po' tutti
Avvertimenti: mini-long, kid!harry, abuse
Capitolo 1 - Capitolo 2
The Man In Black
Capitolo 03
Un luglio di cinque anni dopo, in Privet drive n°4 si udì lo scatto della cassetta delle lettere e il lieve tonfo di una lettera che cadeva sullo zerbino.
"Vai a prendere la posta, ragazzo" disse zio Vernon da dietro al giornale.
Harry andò a prendere la posta; sullo zerbino c'erano tre cose: una cartolina dalla sorella di Vernon, Marge, in vacanza sull'isola di Wight, una busta marrone che sembrava una fattura e... una lettera per Harry.
Harry la raccolse e la fissò con il cuore che gli vibrava come un gigantesco elastico. Nessuno in vita sua gli aveva mai scritto. E chi avrebbe dovuto farlo
Non aveva amici, non aveva altri parenti; non era neanche socio della biblioteca e quindi non aveva mai ricevuto perentori avvisi di restituire i libri presi in prestito.
Eppure, eccola lì, una lettera dall'indirizzo così inequivocabile da non poter essere frainteso.
Signor H. Potter
Ripostiglio del sottoscala
4, Privet Drive
Little Whinging
Surrey
La busta era spessa e pesante, di pergamena giallastra, e l'indirizzo era scritto con inchiostro verde smeraldo. Non c'era francobollo. Girando la busta con mano tremante, Harry vide un sigillo di ceralacca color porpora con uno stemma araldico: un leone, un corvo, un tasso ed un serpente intorno ad una grossa "H".
Quella lettera fu l'inizio di tutto.
Il giorno del suo undicesimo compleanno, Harry venne a sapere la verità sulle sue "stramberie" e sui suoi genitori, sentendosi subito dopo in colpa per tutto l'odio che aveva rivolto loro in quegli anni.
Anche sé un po di risentimento per l'essere morti senza di lui, rimase comunque, nascosto sotto un velo di lacrime.
Scoprì di Hogwarts, dei maghi, di Voldemort e del significato della sua cicatrice.
Insieme ad Hagrid, il mezzo gigante guardiacaccia di Hogwarts, visitò Diagon Halley, un villaggio di maghi in cui acquistò tutto l'occorrente per la scuola che a breve sarebbe iniziata.
A Diagon Halley fece un incontro davvero particolare nella bottega di "Madama McClan: abiti per tutte le occasioni", mentre aspettava per la sua uniforme.
La donna, una strega tarchiata, sorridente e tutta vestita di color malva, lo mandò nel retro del negozio dove c'era già un altro ragazzo che stava provando l'uniforme.
Aveva un viso appuntito e i capelli biondissimi. Era ritto su uno sgabello mentre Madama McClane gli aggiustava la veste, ed Harry, guardando il ragazzo ebbe come un senso di deja-vu, ma non capì da cosa dipendesse.
Il ragazzo si mostrò alquanto viziato ed irritante, molto simile al cugino Dudley.
Tornato a casa, nel suo sottoscala, aspettò con ansia di andar via da Privet Drive per scoprire altro su quel mondo che tanto lo affascinava ma non voleva mancare di rispetto agli zii, che molto gentilmente lo avevano ospitato e si erano presi cura di lui per tutti quegli anni, quindi mentre preparava la cena e apparecchiava cercò di mostrarsi meno entusiasta di quel che in realtà era.
I suoi sforzi però furono vani, perchè lo zio, disgustato dalla sua felicità per una cosa così disgustosa e anormale, decise di punirlo, e continuò fino a che il primo settembre non arrivò.
Aveva lividi sparsi su tutto il corpo, ma cercò, come meglio poté, di nasconderli sotto ai larghi vestiti smessi del cugino, ma alcuni, come quelli sul collo o sulle mani, non riuscì del tutto a nasconderli.
Il primo settembre giunto alla stazione si diresse verso i binari 9 e 10 cercano il binario 9 ¾ . Lo zio lo derise e salutandolo con troppa gioia nella voce, vedendolo sparire per nove mesi, prese la sua famiglia e lo lasciò lì impalato dinanzi ad un muro.
Grazie ad una signora bizzarra con molti figli riuscì a capire come raggiungere il binario giusto, e nonostante l'amarezza di un saluto tanto freddo della sua famiglia, quella restava comunque una giornata unica ed indimenticabile.
Si fece subito un amico, Ron Weasly, uno dei figli della signora molto gentile, e con aria spensierata si immaginava la scuola di Hogwarts.
Fu smistato con il suo amico a Grifondoro, nonostante il cappello continuasse a proporgli Serpeverde e ancor prima di iniziare la scuola si era già fatto dei nemici, in primis Draco Malfoy, che gli aveva giurato vendetta dopo che lui aveva preferito alla sua amicizia quella di Ron.
Molte persone si presentarono a lui, soprattutto curiosi che volevano vedere la famosa cicatrice.
Quando lo smistamento si concluse ed il preside finì il suo discorso di benvenuto, apparvero le pietanze della cena. Lo stomaco di Harry brontolava dal bruciore per essere rimasto circa tre giorni vuoto, al digiuno, e quando tutto quel ben di dio apparve dianzi a lui, Harry aveva gli occhi lucidi.
Quando alzò lo sguardo, per chiedere il permesso per avere una fettina di pane, incrociò un altro paio di occhi, ed il suo respiro si bloccò.
Lì tra i professori riconobbe il suo uomo in nero, il suo Sevreus che cinque anni prima gli salvò la vita e fece anche di più.
La sua bocca rimase stupidamente aperta mentre continuava a fissare quegli occhi che come quella notte, continuavano a fissarlo con disprezzo.
Quell'odio nel suo sguardo ferì profondamente Harry che grazie all'operato dei suoi zii continuava a credere di non meritare affetto e di non avere alcun valore.
Triste e spaventato da quei luoghi a lui ignoti, Harry seguì gli altri primini e andò nella loro torre.
Aveva un letto tutto suo, solo suo. Era molto morbido e le lenzuola profumavano. Notò che gli altri bambini non erano affatto stupiti da ciò e dandosi mentalmente dello stupido si disse che loro ci erano abituati perchè erano bambini buoni e amati.
Il pensiero di avere un letto solo per se però non riuscì a migliorare il suo umore; si fiondò a letto e pianse sino ad addormentarsi sentendosi stanco e ancora più solo.