Fandom: Harry Potter
Personaggi: Harry Potter
Prompt: 07. Deserto della Slytherin Table
Avvertimenti: Angst, flashfic, what if?, triste
Note: La poesia NON E' MIA e la potete trovare a questo indirizzo. Non è mia e non vi è alcuna intenzione di plagio o furto!
La poesia la potete trovare QUI!
Il tutto è ambientato dopo la guerra magica, in un ipotetico 7 anno.
La torre Grifondoro era sempre un deserto durante le vacanze di Natale. Quell'anno in particolare, tutti gli studenti avevano deciso di festeggiare quel primo natale post guerra in famiglia.
Harry si era quindi ritrovato isolato nella torre dei grifoni, come spesso era accaduto anni addietro.
La famiglia Weasly aveva insistito molto affinché Harry passasse con loro le vacanze e nonostante egli non potesse desiderare di meglio, davvero non se l'era sentita di andare da loro soprattutto dopo la definitiva rottura con Ginny (di cui Ron ancora non l'aveva perdonato) e la catastrofica conseguenza della guerra.
Harry sapeva, davvero sapeva, che nessuno della famiglia Weasly lo accusava assolutamente di nulla, ma ciò nonostante non poteva evitare di sentirsi in colpa ogni qual volta incontravo il volto di George, gli occhi di Molly, o anche solo il viso di Ron.
Si sentiva l'unico ed il solo responsabile per quelle tremende morti. Per la morte di Fred, Remus, Tonks, Silente, Sirius, Moody, quella dei suoi genitori e persino per la morte di Piton.
Spesso sognava i loro volti, li vedeva felici nei suoi sogni; a volte si ritrovava a rivivere momenti passati, altre volte si ritrovava a mischiare i ricordi con i desideri e a vedere luoghi e momenti irrealizzabili.
Ai suoi occhi il futuro gli appariva così maledettamente nero che non riusciva a mettere da parte il rancore e il disgusto che provava per se stesso ed andare avanti. Si sentiva come una bambola rotta: inutilizzabile.
E mentre dalla finestra della sua camera vede scendere candidi fiocchi di neve, solo un nome sfugge dalla sue labbra. Edwige. Ed il dolore per tutte quelle perdite si manifesta in una piccola candida lacrima che solca il suo volto e si perde tra le pieghe della maglia.
Harry è sempre stato un bambino forte. Ma ora non è altro che una bambola rotta.
Personaggi: Harry Potter
Prompt: 07. Deserto della Slytherin Table
Avvertimenti: Angst, flashfic, what if?, triste
Note: La poesia NON E' MIA e la potete trovare a questo indirizzo. Non è mia e non vi è alcuna intenzione di plagio o furto!
La poesia la potete trovare QUI!
Il tutto è ambientato dopo la guerra magica, in un ipotetico 7 anno.
Bambola Rotta
Gioca pure
quando vien sera
con questa bambola
che docile si presta
alle mille avventura
del prode guerriero.
Confondi il suo cuore
anche con forza
perché in una bambola
il cuore non c'è
e il cervello non ha.
Così ogni cosa
puoi dirle e puoi fare
senza in alcun modo
a lei pensare
e da questo peccato
essere scagionato
perché in fondo
anche lei saprà
che quella bambola è lì
e da lì non si muoverà.
La torre Grifondoro era sempre un deserto durante le vacanze di Natale. Quell'anno in particolare, tutti gli studenti avevano deciso di festeggiare quel primo natale post guerra in famiglia.
Harry si era quindi ritrovato isolato nella torre dei grifoni, come spesso era accaduto anni addietro.
La famiglia Weasly aveva insistito molto affinché Harry passasse con loro le vacanze e nonostante egli non potesse desiderare di meglio, davvero non se l'era sentita di andare da loro soprattutto dopo la definitiva rottura con Ginny (di cui Ron ancora non l'aveva perdonato) e la catastrofica conseguenza della guerra.
Harry sapeva, davvero sapeva, che nessuno della famiglia Weasly lo accusava assolutamente di nulla, ma ciò nonostante non poteva evitare di sentirsi in colpa ogni qual volta incontravo il volto di George, gli occhi di Molly, o anche solo il viso di Ron.
Si sentiva l'unico ed il solo responsabile per quelle tremende morti. Per la morte di Fred, Remus, Tonks, Silente, Sirius, Moody, quella dei suoi genitori e persino per la morte di Piton.
Spesso sognava i loro volti, li vedeva felici nei suoi sogni; a volte si ritrovava a rivivere momenti passati, altre volte si ritrovava a mischiare i ricordi con i desideri e a vedere luoghi e momenti irrealizzabili.
Ai suoi occhi il futuro gli appariva così maledettamente nero che non riusciva a mettere da parte il rancore e il disgusto che provava per se stesso ed andare avanti. Si sentiva come una bambola rotta: inutilizzabile.
E mentre dalla finestra della sua camera vede scendere candidi fiocchi di neve, solo un nome sfugge dalla sue labbra. Edwige. Ed il dolore per tutte quelle perdite si manifesta in una piccola candida lacrima che solca il suo volto e si perde tra le pieghe della maglia.
Harry è sempre stato un bambino forte. Ma ora non è altro che una bambola rotta.
Leave a comment