05 March 2022 @ 11:20 pm
[Harry Potter] The Man in Black 2/5  
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Harry Potter, Severus Snape, un po' tutti
Avvertimenti: mini-long, kid!harry, abuse

Capitolo 1






The Man In Black

Capitolo 02


Aveva capelli neri e untuosi, il naso adunco e la pelle giallastra. Il signore guardò dritto negli occhi di Harry , ed un dolore acuto attraversò la cicatrice sulla fronte del bambino.
L'uomo senza dire nulla si allontanò dal bimbo come se non fosse accaduto nulla.
"Ah!" esclamò Harry portandosi una mano alla fronte.
Il dolore era svanito così come era venuto. Più difficile da scuotersi di dosso fu la sensazione che Harry aveva provato per via dello sguardo dell'uomo... la sensazione di non essergli affatto simpatico. Era davvero sgradevole e provocò brividi di freddo al piccolo Harry.
Dopo un'ora di continui giri nei negozi, Harry si apprestava a salire le scale mobili, che aveva trovato decisamente divertenti, e tornare all'entrata del centro commerciale dove doveva aspettare i suoi zii. Proprio mentre saliva, notò l'uomo con il naso adunco che al piano di sotto stringeva la mano ad una bambino biondo che appariva quasi un piccolo principe, mentre questi parlava con, ipotizzò Harry, i suoi genitori, belli , biondi e vestiti con abiti dall'aria molto costosa. Mentre Harry continuava a salire le scale non si accorse che l'uomo in nero ed il piccolo principe, erano di poco dietro di lui sulle scale mobili. Il bambino che l'uomo continuava a chiamare Draco, nome davvero insolito pensò Harry, era davvero molto irrequieto e continuava a pregare l'uomo di poter avere qualcosa che Harry non riuscì a capire.
Quel bimbo, che alla prima impressione era apparso molto dolce, ora si mostrava ad Harry davvero antipatico e viziato.
L'invidiava per la fortuna che aveva: una madre ed un padre che lo volevano bene, uno zio e, da quel che aveva intuito durante la loro discussione, e poteva scommetterci la sua cena, aveva di sicuro una stanza piena di giochi e tanti amici con cui giocare.
Ed il bimbo cosa faceva? Pregava per avere di più. Harry non sapeva cosa avrebbe dato per avere una famiglia che gli volesse bene e lo amasse.
Così, con sguardo crucciato e tutto imbronciato si allontanò dai due, e si diresse a passa svelto verso l'uscita. In fondo mancava poco alle 18, e lui non voleva per nulla al mondo restare solo.
Voleva bene ai suoi zii e gli era davvero riconoscente per la bontà che avevano dimostrato nei suoi confronti. Lui sapeva di non meritarsi tutto ciò, ecco perchè cercava di essere sempre buono e di non farli arrabbiare. Ma capitava spesso, e non sapeva nemmeno cosa avesse fatto , che lo zio si trovava in condizione di doverlo punire. Harry odiava quelle punizioni, lo zio lo picchiava con qualsiasi cosa avesse tra le mani, che fosse un bastone, una cinghia o anche solo le mani, e quando Harry era ormai svenuto dal dolore, veniva chiuso nel suo sottoscala o ancora peggio nella cantina con i mostri per giorni interi, senza poter bere, mangiare o anche solo andare in bagno. Lui sapeva, anche se non capiva il perchè, di meritare quelle punizioni, ma qualche volta che aveva chiesto alla zia di spiegargli in cosa sbagliava, lo zio era stato più violento del solito ribadendogli che non bisognava fare domande. Harry, così, si era rassegnato ad essere punito senza una spiegazione.
Harry sapeva poco o niente sui suoi genitori, solo che zia Petunia era la sorella di sua madre.
Non aveva foto loro, né conosceva i loro nomi. Le uniche cose che sapeva era che fossero gente "marcia", come era solito dire zio Vernon, e che erano morti nell'incidente d'auto dove lui si era fatto quella strana cicatrice.
Tutte le cattiverie che i Dursley dicevano sui genitori di Harry fecero si che il bambino lì odiasse pur non avendoli mai conosciuti, ed iniziò a dar loro la colpa di esser nato sbagliato e quindi dei continui maltrattamenti che subiva dai Dursley.
Mentre raggiungeva i suoi zii che erano appena giunti, Harry fu fermato da una grande mano che si posò sulla piccola spalla destra.
Intimorito e spaventato si girò di scatto e si ritrovò dinanzi al piccolo principe e l'uomo vestito di nero. Quest'ultimo continuò a guardare Harry con disprezzo, ma non disse nulla. Quello che parlò fu il bambino di fianco a lui, il piccolo principe di nome Draco.
"È vero"chiese"sei tu Harry Potter?"
"Si" disse Harry con una vocina simile ad un pigolio, mentre continuava a guardare l'uomo.
"Oh, questo è Severus, il mio padrino"disse il bimbo con noncuranza notando lo sguardo di Harry, "ed io mi chiamo Draco, Draco Malfoy."
"Come fai a conoscere il mio nome?" disse Harry, mentre notava che le due figure, identificate da Harry come i genitori, si avvicinavano.
"Posso vederla?" disse il bimbo non rispondendo alla domanda di Harry.
"Vedere cosa?" chiese Harry sempre più confuso. Ora che poteva vederle meglio, quelle persone erano ancora più strane di quanto avesse immaginato. Draco, come i genitori, aveva i capelli di un biondo platinato che conferiva loro un'aria molto aristocratica. Draco aveva un viso molto pallido e appuntito e parlava con una voce molto acuta che lo faceva somigliare a Dudley.
"Ma la tua cicatrice, no? Quella che ti ha reso famoso" rispose con tono annoiato Draco mentre continuava a fissare la sua cicatrice.
"Oh intendi questa?"disse Harry alzando la frangia e permettendo così al bimbo di vedere la sua cicatrice.
"Allora è proprio vero, tu-sai-chi ha tentato di ucciderti!" disse con veemenza il biondo, mentre il padre e la madre lo richiamavano.
"Chi? Nessuno a tentato di uccidermi!"
Harry era sempre più irritato da quel bambino e quelle persone lo spaventavano sempre di più.
Voleva tornare a casa, non voleva essere abbandonato dai suoi zii lì.
E proprio pensando questo si girò nella direzione dove prima aveva visto i suoi zii, ma non c'era nessuno: lo avevano lasciato lì. Erano andati via come aveva detto la zia e quindi ora lui sarebbe rimasto da solo perchè nessuno avrebbe voluto un bambino strambo come lui e sarebbe morto di fame di lì a pochi giorni.
Senza pensare a quegli strani individui che erano ancora fissi a guardarlo, con gli occhi pieni di lacrime corse fuori a cercare i suoi zii, sperando non fosse già troppo tardi.
Ma al freddo e al buoi fu certo che fossero già andati via, che ormai si fossero liberati di lui.
Scosso dai singhiozzi e tremante per il freddo, il piccolo Harry si sedette sul gradino del marciapiede vicino l'entrata del magazzino e lì seduto non si accorse che Draco, seguito dagli adulti, lo stava cercando e lo aveva raggiunto.
Oramai non cercava nemmeno più di nascondere la paura che quelle figure incutevano lui e, tremando visibilmente si allontanò da loro correndo in mezzo alla strada e non si accorse che un auto stava arrivando. Stava per essere investito quando una mano grande che aveva già sentito su di sè lo tirò via prendendolo in braccio e portandolo in salvo.
Ancora scossa Harry non si accorse subito di ciò che era accaduto, ma si trovava tra le braccia dell'uomo in nero ed era la prima volta che qualcuno lo prendeva in braccio.
Sua zia si era sempre rifiutata dicendo che Harry non meritava il suo affetto così Harry aveva iniziato a credere che mai nessuno lo avrebbe abbracciato o accarezzato, perchè lui non lo meritava.
Ed ora quest'uomo, Sevreus, lo prendeva in braccio!
Era una sensazione meravigliosa, stupenda, ed Harry iniziò a piangere ancora più forte per la gioia e per le emozioni forti che stava provando. Con tutta la dolcezza che poté mai provare, venne poggiato a terra e gli furono asciugate le lacrime. Intanto dall'auto scese un uomo robusto e con il faccione rosso e arrabbiato.
Harry lo riconobbe subito: era suo zio Vernon. "Quindi non mi hanno abbandonato!" pensò Harry tutto felice.
Ringraziato con un timido sorriso il signor Sevreus, e accennato un timoroso abbraccio, Harry corse in auto dai suoi zii, e quando tornò a "casa" fu severamente punito, ma continuò a sognare e disegnare il suo uomo in nero che l'aveva salvato.