Personaggi: Harry Potter, Severus Snape, un po' tutti
Avvertimenti: mini-long, kid!harry, abuse
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The Man In Black
Capitolo 05
Stanco ed intorpidito Harry si svegliò in una stanza molto grande e interamente decorata di bianco.
Vicino a lui era pieno di letti vuoti e capì che doveva trattarsi dell'infermeria della scuola. Aveva fatto un sogno strano: aveva visto una donna bellissima che urlava e lo guardava con occhi disperati e pieni di lacrime. Guardava lui, e sembrava tanto la sua mamma, ma i lineamenti non erano precisi, quindi non ne era sicuro. Vedeva il suo viso, e poi nulla. Solo una forte luce verde e delle urla. Tante urla interrotte solo da una risata cattiva che metteva i brividi. Così, sudato e spaventato, si era svegliato di soprassalto, non ricordando quasi nulla della sera prima, ne il perchè si trovasse in infermeria.
Confuso e stordito dal sonno cercò di alzarsi per vestirsi e chiedere informazioni, ma si fermò quando la voce del professore glielo intimò.
“Devi riposare, Potter. Madama Chips ha detto che per guarire qui lividi hai bisogno di riposo e di qualche pozione. Il preside è stata avvertito di queste lesioni che hai sul corpo e sta arrivando per farti delle domande. Stenditi ho detto.” Ripeté notando che Harry non accennava a muoversi rimanendo seduto a bordo letto.
“Io...no, professore...io...non c'è ne bisogno! Andranno via da soli...io sono..solo caduto...io..” balbettò il ragazzo in preda all'ansia e alla paura delle conseguenze che quelle rivelazioni potevano portare.
“Calmati Potter, nessuno ti farà del male qui. Vogliamo solo sapere come ti sei fatto tutti quei lividi in un mese di scuola. Non devi temere alcunché. Vogliamo solo delle risposte.”
“Io..sono c-caduto, signore” ripeté Harry con gli occhi ora lucidi e la voce spezzata.
Un gioco di sguardi era iniziato tra lo studente ed il professore: gli occhi di Harry erano spaventati, mentre quelli di Piton tentavano di far parlare il ragazzo e di fargli dire il vero.
Quello scambio di occhiate fu interrotto dall'arrivo del preside che, offrendo caramelle al limone riuscì, almeno in parte, a far calmare il ragazzino.
“Harry, caro, come ti sei fatto tutti quei lividi?” chiese con il tono più dolce che seppe fare il professor Silente, “non aver paura di noi, vogliamo solo il tuo bene e punire le persone che ti hanno fatto del male.”
“io..io..son-no cad” la frase venne brutalmente interrotta dall'affermazione di Piton “ Non azzardarti a dire “sono caduto, signore” perchè qui nessuno se la beve! Smettila di dire bugie e dicci la verità.
Ti hanno picchiato dei ragazzi? Di che anno sono?”
“No, no professore nessuno mi ha fatto nulla ad Hogwarts. Qui è un posto bellissimo, nessuno mi farebbe del male, signore.”
“Se non ti hanno fatto male qui, Harry, allora dove te li sei fatti tutti quei lividi?” chiese il preside con un tono di voce molto serio ed uno sguardo oramai privo di quella luce divertita che ha sempre illuminato il suo sguardo.
“Io..-io..” le parole non riuscivano ad uscire dalle sue labbra, sembravano bloccate in gola. Guardò il professore Piton, che in fondo si era rivelato molto buono nonostante le cattiverie inflettegli, e trovò il coraggio di confessare tutto. Disse tutto d'un fiato, come se avesse paura di non riuscire a completare le frasi.
Rivelò delle violenze, delle cattiverie, delle menzogne che i Dursley gli avevano inflitto durante gli anni e li pregò di non rivelare il segreto perchè lo zio si sarebbe davvero arrabbiato.
Il preside e Piton lasciarono il bambino alle cure dell'infermiera della scuola e si avviarono a passo spedito verso l'ufficio del preside. Questi non riusciva a smettere di pensare che era stata tutta colpa sua, lui aveva dato loro in custodia il piccolo Harry, lui avrebbe dovuto garantirgli un'infanzia felice, ed invece aveva fallito.
Spedì varie lettere al Ministero della Magia e tanto si prodigò per togliere a quei babbani la custodia del bambino più importante del mondo magico.
L'unico problema da risolvere era trovare una persona adatta e fidata che avrebbe potuto sopperire alla mancanza di affetto che quel bambino pativa.
Epilogo
Dopo giorni di ricerche accurate e discussioni varie, il preside e l'ordine della fenice erano giunti ad una scelta finale: dare il piccolo Potter alle cure di Piton. Certo questa scelta non era stata molto gradita da molti, Piton in primis, ma Silente molto si era battuto per far capire che il ragazzo aveva bisogno di qualcuno che gli avrebbe insegnato a difendersi, ad amare, ad avere la giusta visione del mondo e che l'avrebbe potuto capire ed aiutare. Chi meglio di una persona che per quei traumi vi era passato personalmente?
La famiglia Weasley aveva infine accettato solo sotto l'imposizione di visite settimanali a cui i due dovevano partecipare e la loro costante presenza nella vita del ragazzino. Anche se questo, pensava Piton, era un qualcosa di inevitabile visto lo stretto rapporto che si era creato tra il moccioso Weasley e Potter.